"Il dottor Italo aveva il cuore d'oro: se gli si chiedeva un favore ti aiutava sempre."Mi chiamo Sofia Marini, il soprannome della mia famiglia è "Giacomane". Sono nata a Darzo nel 1923 e per anni mi sono recata presso la villa Maffei di Darzo per fare lavori di sartoria.
La moglie del dottor Italo, la signora Mirella, mi chiamava per cucire mutande, le fodere delle poltrone e facevo anche i vestiti ai loro figli. Andavo a fare giornata, prendevo la mia macchina da cucire e in cambio mi davano la spesa. Ho fatto anche non so quanti grembiuli per i figli degli operai che andavano giù in colonia a Senigallia al mare a spese della ditta. Il dottor Italo e sua moglie erano molto generosi, se gli si chiedeva un favore ti davano una mano. Mi ricordo che mia figlia Graziella aveva problemi di scogliosi, ma noi non avevamo i soldi per le cure. Allora mi sono rivolta al dottor Italo che mi ha detto di presentarmi all'Ospedalino di Trento e di dire che mi mandava lui. Così mia figlia ha potuto avere le cure necessarie.
Mio figlio Augusto Rinaldi ha lavorato per la ditta Maffei questi ultimi anni, dal 2003 al 2009 quando poi hanno chiuso.
Mia sorella Rosina Marini "Giacomane" a 14 anni è andata a servizio a casa della famiglia Maffei a Milano per la moglie del signor Carlo detto il "Barba", quello che ha scoperto la barite in Val Cornèra. Faceva la serva per la moglie che era tirchia: le dava solo quel tanto per mangiare e basta, solo ogni tanto cinque lire in regalo perché mia sorella era brava.
Intervista effettuata a Darzo nel mese di novemrbe del 2010.
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