"Questo lavoro mi ha permesso di vivere nel mio paese e mi ha dato soddisfazioni perché quello che facevo veniva apprezzato. Si trattava di un lavoro in cui bisognava metterci del proprio, perché ogni giorno poteva esserci qualche problema da risolvere."Mi chiamo Paolino Marini.
Sono nato nel 1932 a Darzo, sono sposato con Emma Rinaldi e abbiamo avuto tre figli. Il soprannome della mia famiglia è "Pieri".
Ho cominciato a lavorare per la ditta Maffei nel 1963.
Poi dal 1965 ho lavorato per la ditta Baritina fino al 1992 quando sono andato in pensione. Ho lavorato sempre negli stabilimenti. Alla Maffei ero addetto alla macchina lavatrice dove veniva lavata la barite. Poi mi occupavo della barite più piccola che non andava alla cernita, era quella più piccola il "gerì" [dalla forma simile alla ghiaia], che andava lavato e sbiancato con degli acidi e messo nei silos in deposito per macinarlo in un secondo tempo. Qualche volta lavoravo anche dove c’erano le cernitrici e portavo via le carriole piene oppure andavo al mulino a sostituire quando mancava qualcuno.
Questo lavoro mi ha permesso di vivere nel mio paese e mi ha dato soddisfazioni perché quello che facevo veniva apprezzato. Si trattava di un lavoro in cui bisognava metterci del proprio perché ogni giorno poteva esserci qualche problema da risolvere. L’ambiente era famigliare eravamo solo una trentina di operai. I rapporti con i colleghi erano buoni e anche con il principale e il titolare si andava d’accordo.
Mio fratello si chiamava Domenico Marini era nato nel 1931 ed è morto nel 1985, prima di andare in pensione. Ha lavorato per trent’anni come capo operaio nello stabilimento della Baritina.
Intervista effettuata a Darzo nel mese di ottobre del 2010 grazie alla partecipazione della moglie Emma Rinaldi.
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