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Lucia Balduzzi "Lusi"

Lucia Balduzzi "Lusi"

"Io ci sono rimasta molto male quando mi hanno lasciato a casa. Sono andata dal padrone a casa sua a fargli presente che quando avevano bisogno, anche facendo dispiacere a mio papà, ero andata a lavorare e adesso venivo licenziata."

Mi chiamo Lucia ma tutti mi chiamano Lusi. Sono nata nel 1923 negli Stati Uniti d’America. Sono ritornata in Italia con la famiglia nel 1929 a Prezzo e nel 1936 siamo venuti a Darzo. Sono sposata con Pierino Marini "Guèra".
Siamo rientrati dall’America perché così era la mentalità di una volta. I genitori di mio papà lo volevano di ritorno perché dicevano che stavano invecchiando e non c’era nessuno per stare dietro alla campagna e al resto. Poi noi sorelle eravamo tutte femmine e mio papà non voleva che, una volta sposate, restassimo negli Stati Uniti. Una volta a Prezzo siccome mio papà aveva dei soldi messi via dal lavoro e la banca di Pieve di Bono stava andando in fallimento, ha investito il denaro in una grande tenuta a Darzo perché allora la gente vendeva la terra.

Ho lavorato alla Maffei dal 1947 al 1949. Ho trovato lavoro perché c’era carenza di ragazze che facevano le cernitici perché erano tutte in servizio nelle case a Milano. Allora Maria, un’anziana operaia della Maffei che comandava come un capo, mi ha chiesto se volevo lavorare nello stabilimento. Io avevo il desiderio di avere dei soldini per me e lo chiedo a mio papà. Lui all’inizio non voleva perché preferiva che aiutassi in casa e in campagna, ma poi mi ha dato il permesso. Lavoravo a cernire la barite, al freddo con le mani nude nell’acqua. Cercavamo di scaldarci un po’ con dei piccoli fuochi accesi nei bidoni, ma il capo, il Bepi Armani ci sgridava. In quegli anni ero come una “gallina bagnata” non avevo il coraggio di dire niente e accettavo tutto. Invece l’Antonietta Rinaldi che lavorava con me aveva più carattere. Siccome era anche lontana parente del Bepi gli rispondeva per le rime.

Poi a poco a poco le ragazze che lavoravano a Milano sono ritornate a Darzo per chiedere il lavoro e hanno cominciato a licenziare quelle già lavoravano. Io ci sono rimasta molto male quando mi hanno lasciato a casa. Sono andata dal padrone, a casa sua, a fargli presente che quando avevano bisogno, anche facendo dispiacere a mio papà, sono venuta a lavorare e adesso vengo licenziata. Lui mi ha risposto che aveva deciso così perché tante ragazze con i loro famigliari erano venuti a reclamare il mio posto di lavoro, dicendo che mio papà era ricco e la mia famiglia non aveva bisogno dei soldi che guadagnavo io.

Intervista effettuata Darzo nel mese di dicembre del 2010

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