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Miniere di barite: la lavorazione e l'indotto
La barite estratta in quota veniva trasportata grezza con teleferica e automezzi fino agli stabilimenti sorti in paese per la cernita, la frantumazione e la macinazione del minerale. Le industrie minerarie hanno dato opportunità di lavoro a donne e uomini della valle e generato imprese collaterali da cui sono nate molte delle realtà artigianali e industriali oggi presenti in paese.1_MURALE "DALLA MINIERA AL PAESE"
Realizzato nel giugno del 2006, il murale è situato lungo via T.C. Marini a Darzo su parete dell'edificio di proprietà di Leone Beltrami. Autori: Studenti dell’Istituto di Istruzione delle Arti “Alessandro Vittoria” di Trento (Susanna Benedetti, Matteo Carotta, Veronica Lavagna, Matteo Daldoss, Chiara de Eccher, Omar Larentis, Filippo Nicolò Massaro, Marta Nuresi, Selene Signorini) coordinati dal prof. Rolando De Filippis.
L’opera si colloca con rigore nella struttura dell’ampio percorso di ricerca della memoria storica, promosso dalla comunità locale. L’impianto della decorazione si snoda in due momenti caratterizzanti della figura e del paesaggio: il primo piano è occupato dalle figure dei minatori, fermi all’ingresso della galleria con lo sguardo rivolto ai passanti; il secondo piano rappresenta il paesaggio montano, morbido e leggero, che sembra contrapporsi alla durezza e all’asperità della roccia vicina agli uomini. In alto, lontano l’immagine della chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Nepomuceno, che nella realtà si trova, rispetto ai siti minerari di montagna, in basso, a fondovalle in paese, che sembra voglia unire le due situazioni, richiamando a quel forte sentimento religioso della gente di montagna e alla visione malinconica di coloro i quali sono costretti a vivere lontano dalla propria casa.