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LA VÈCIA
Un percorso che unisce le ricchezze di Darzo dal fondovalle alla montagna, scoprendo i suoi punti di interesse e percorrendo i suoi sentieri, immersi nella natura.
Dalla campagna attraversata dal fiume Chiese, giungiamo nel centro storico, che ci racconta leggende, curiosità e la vita di una volta. Esploriamo le chiese, i suggestivi scorci e in particolare i tre murales dedicati alla storia delle miniere di barite.
Saliamo quindi in quota, a piedi o in bicicletta, seguendo le tracce della “via Vècia” verso le malghe e i pascoli. Incontriamo gli antichi castagni, tra cui spicca l’albero de “la Vècia”, dove anche noi possiamo riposare come chi anticamente affrontava la salita.
Arriviamo al sito minerario di Marìgole (visite guidate su prenotazione) con la sua vista mozzafiato sul Lago d’Idro.
Raggiungiamo infine più in alto le malghe e gli alpeggi per collegarci ai sentieri delle Prealpi trentine e lombarde e dell’Adamello.
Possiamo selezionare itinerari sia per passeggiate in famiglia che per un impegnativo allenamento.
Percorso in paese
Il piccolo ed autentico centro storico di Darzo è tutto da scoprire. Sono proposte cinque aree tematiche che legano il paese alla montagna sovrastante, per un itinerario a 360 gradi. Esplorale con una passeggiata che tocca i punti di interesse segnalati sulla cartina sottostante
1. Monumento ai caduti sul sagrato 2. Chiesa di San Giovanni Nepomuceno 3. Murales Romiti 4. Casa Doro 5. Ponte Loc, stabilimento Baritina e sentiero dei minatori 6. Lavatoio, fontana in pizza e caseificio 7. Capitello di Sant'Antonio 8. Murales L'epopea dell'oro bianco 9. Cartello Piazza XVI artiglieria 10. Murales Baricia 11. Chiesa di San Michele 12. Campetto |
Vita contadina: vólt, ère e stalle
Ogni abitazione disponeva di una stalla per il bestiame (vacche ma anche maiali e qualche ovino). Il latte veniva conferito nel caseificio comunitario (casèl) per la produzione di burro e formaggio. Nel centro storico si notano ancora antiche case contadine con caratteristiche arcate (vólt), cortili (ère) e solai.
Punti 4, 6
Miniere di barite: la lavorazione e l’indotto
La barite estratta in quota veniva trasportata con teleferica e automezzi fino agli stabilimenti sorti in paese per la cernita e la macinazione. Le industrie minerarie hanno dato opportunità di lavoro a donne e uomini della valle e generato imprese collaterali da cui sono nate molte delle realtà artigianali ed industriali oggi presenti in paese.
Punti 3, 5, 8, 10, 12
Sport e natura: opportunità nel fondovalle
Dalla pista ciclopedonale, attraversando il ponte sul fiume Chiese, si giunge al Centro Sportivo Polivalente, costruito dalle associazioni del paese, dove sono usufruibili campi da calcio, tennis, padel, bocce e una parete di arrampicata. Percorrendo la sponda del fiume (ròsta) e i campi di granoturco, si arriva al centro storico.
Punto 12
Terra di confine: la Grande Guerra
Darzo, come tutta la bassa Valle del Chiese, è stata nei secoli terra di confine e di incontro tra culture. Appartenente all’Impero Austro-ungarico fino alla Prima Guerra Mondiale, per questo qui sono passate le truppe guidate da Garibaldi nel 1866 e quelle italiane dal 1915, come ricordano cippi, lapidi e la toponomastica da scoprire nel centro storico.
Punti 1, 9
Religiosità e tradizioni: chiese e capitelli
La religione è sempre stata parte della vita e della cultura dei Darzesi. Ancora oggi le feste paesane sono legate ai santi: il patrono San Giovanni Nepomuceno, la Madonna Addolorata (con la sagra di settembre), Santa Barbara patrona dei minatori. Vi sono inoltre la chiesa di S. Michele e il capitello di S. Antonio abate in piazza, dove tuttora vengono benedetti gli animali il 17 gennaio.
Punti 2, 7, 11
Percorsi in montagna
Salire sulla montagna di Darzo attraverso i percorsi proposti, in bici o a piedi, non è solo occasione per un’attività sportiva ma anche per scoprire la natura, la cultura e il territorio, attraverso i cinque temi proposti che collegano il paese con i punti di interesse in quota.
Vita contadina: malghe e alpeggi
In primavera ed estate le vacche venivano portate al pascolo in alta quota. Oltre ai fienili delle famiglie vi erano malghe di proprietà collettiva – tuttora visitabili a richiesta – dove il capo malga e i mandriani si occupavano della caseificazione. Boschi, pascoli, fauna e acque sono ancora oggi una risorsa preziosa e gestita dalla comunità.
Miniere di barite: l’estrazione
La scoperta di un importante giacimento di solfato di bario (barite) ha portato all’apertura nel corso del Novecento di varie miniere a quota tra i 1000 e 1400 m s.l.m. L’ultimo sito, quello di Marìgole, ha chiuso nel 2009 ed oggi è in corso di ripristino ai fini culturali e turistici. Sono organizzate visite guidate e attività didattiche.
Sport e natura: opportunità in quota
La montagna del paese, con le sue malghe e miniere, si raggiunge in bicicletta o a piedi seguendo sentieri e strade forestali. Lungo il tragitto si attraversano i castagneti privati e collettivi – dove si raccoglie il pregiato marrone – e i boschi di conifere per poi arrivare ai pascoli e imboccare a quota 1800 m s.l.m. il sentiero del Giro dell’Orizzonte, percorribile anche con MTB.
Terra di confine: le fortificazioni
Dalla montagna ci si può rendere conto della posizione di confine del paese, ammirando i castelli dei nobili locali Lodron, feudatari del Principe Vescovo di Trento, cui Darzo era assoggettato; si notano poi sul versante trentino le fortificazioni austriache della Grande Guerra e su quello bresciano il forte napoleonico della Rocca d’Anfo.
Religiosità e tradizioni: la leggenda di Annetta
Le leggende locali uniscono paese e montagna, specialmente con la storia medievale di Annetta di Darzo, ancora tramandata. Inoltre, anche in montagna vi è traccia della religiosità: a Santa Barbara patrona delle miniere è dedicata la galleria oggi visitabile, a mentre gli Alpini hanno realizzato l’altare di Valdonéa e la Croce del Giubileo del 2000 sopra la Vècia.
English version:
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Deutch version:
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