I murales "La strada delle miniere": Per ricordare il passato minerario della comunità darzese, si è scelto di affrescare le case del paese con alcuni dipinti raffiguranti la tradizione mineraria, i suoi protagonisti e tutto il contesto della lavorazione, estrazione, cernita e trasporto del minerale. Creando un ideale percorso di visita ad anello chiamato "La strada delle miniere". Si trattò della prima importante iniziativa, siamo nel 2005, voluta dalla Pro Loco di Darzo per dare valore al recente passato minerario dell'estrazione e lavorazione della barite, "l'oro bianco" di Darzo. Un periodo storico (1894-2009) che ha segnato il passaggio dalla civiltà contadina a quella industriale, fonte di lavoro e sostegno per generazioni di famiglie del luogo.
L'iniziativa raccolse consensi fra la popolazione, che si prodigò in prima persona a reperire le necessarie risorse finanziarie. Con una formula particolare: una sottoscrizione della durata di 24 mesi, sottoforma di contributo mensile versato su un conto corrente ad hoc presso la locale Cassa Rurale, a cui aderirono 30 famiglie. Integrata in modo sostazioso da Cassa Rurale di Darzo e Lodrone (ora Giudicarie Valsabbia Paganella) e Comune di Storo. Altri enti sostenitori del progetto sono stati Cedis, Consorzio Turistico ed Ecomuseo della Valle del Chiese e Consorzio BIM del Chiese, la Provincia Autonoma di Trento - Servizio Attività Culturali.
Primo murales: "Dalla miniera al paese"
Realizzato nel giugno del 2006, il murale è situato lungo via T.C. Marini a Darzo su parete dell'edificio di proprietà di Leone Beltrami. Autori: Studenti dell’Istituto di Istruzione delle Arti “Alessandro Vittoria” di Trento (Susanna Benedetti, Matteo Carotta, Veronica Lavagna, Matteo Daldoss, Chiara de Eccher, Omar Larentis, Filippo Nicolò Massaro, Marta Nuresi, Selene Signorini) coordinati dal prof. Rolando De Filippis.
L’opera si colloca con rigore nella struttura dell’ampio percorso di ricerca della memoria storica, promosso dalla comunità locale. L’impianto della decorazione si snoda in due momenti caratterizzanti della figura e del paesaggio: il primo piano è occupato dalle figure dei minatori, fermi all’ingresso della galleria con lo sguardo rivolto ai passanti; il secondo piano rappresenta il paesaggio montano, morbido e leggero, che sembra contrapporsi alla durezza e all’asperità della roccia vicina agli uomini. In alto, lontano l’immagine della chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Nepomuceno, che nella realtà si trova, rispetto ai siti minerari di montagna, in basso, a fondovalle in paese, che sembra voglia unire le due situazioni, richiamando a quel forte sentimento religioso della gente di montagna e alla visione malinconica di coloro i quali sono costretti a vivere lontano dalla propria casa.
Secondo murales: "L’epopea dell’oro bianco"
Nei mesi di agosto e settembre del 2006, viene realizzato il secondo grande affresco su parete della Casa sociale (storica sede del municipio di Darzo), ubicata nel centro storico in piazza XVI Artiglieria. Autori: l’artista trentina Paola de Manincor (1931-2011), inconfondibile il suo tratto armonioso e le sue vivide scelte cromatiche, in collaborazione con Bianca Maria Pasolli, Andrea Tomaselli e Stefano Salizzoni. L’affresco ritrae personaggi, oggetti, atmosfere caratterizzanti le fasi di vita e lavoro di estrazione e lavorazione della barite: i minatori, le cernitrici, “la Vècia” cioè il castagno secolare sotto le cui fronde i minatori si fermavano a riposare lungo il sentiero verso la miniera in alta montagna, la festa di Santa Barbara, gli affetti lasciati in paese, i mezzi di trasporto, e l’emigrazione mitigata da questa nuova attività.
Un racconto pittorico che si onora di poter testimoniare le vicissitudini, le fatiche, l’impegno di un lavoro duro, quello del minatore (minör); lavoro che ha consentito agli abitanti della zona di poter vivere nei propri paesi d’origine arginando l’esperienza dell’emigrazione; lavoro duro quello delle cernitrici, le donne impiegate, forse per la prima volta in zona in attività extra domestiche e agricole, che lavoravano al freddo a scegliere e classificare il minerale; lavoro duro quello dei minatori, sostenuto dall’orgoglio di poter vantare l’appartenenza ad un’importante categoria, quella del minör, che contribuì a migliorare il tenore di vita delle famiglie della valle.
Terzo murales: "In miniera"
Nel settembre del 2008 è stato portato a termine il terzo dipinto su casa privata di Ernesto Marini e Elisabetta Poletti. La realizzazione è stata curata dall’artista prof. Ernesto Romiti. Questo terzo affresco chiude simbolicamente l’anello del percorso in paese. Il dipinto è realizzato in un crocevia, all’incontro di tre strade, e vuole simboleggiare e riprendere il tragitto di una strada, quella delle miniere, “che va e viene” dall'interno all'esterno della montagna; dal paese a fondovalle alla montagna e viceversa. Il murales raffigura minatori occupati in particolari fasi del lavoro in galleria. Una raffigurazione realistica e riadattata da immagini fotografiche custodite dalle famiglie in paese.
Il percorso dei murales "La strada delle miniere" è parte dell'offerta VISITE GUIDATE. Prenota qui