"Per le ragazze era l'unico lavoro possibile senza dover andare lontano da casa"
Mi chiamo Giovanna Cherubini. Sono nata nel 1948 a Darzo.
Ho iniziato a quindici anni a lavorare per la ditta Corna Pellegrini come cernitrice e ci sono rimasta fino al 1970. Ho iniziato a lavorare lì perché a quell’età non era pensabile per me andare più lontano e poi ci lavorava già mio papà che mi ha introdotto nel lavoro.
Per le ragazze questo era l’unico lavoro possibile senza andare lontano a fare le cameriere o le baby-sitter e i miei non volevano che andassi lontano. Ho accettato questo lavoro di buon grado e ho lavorato fino a quando mi hanno licenziato per ridurre gli operai. Ero già sposata e aspettavo un bambino. É stato un lavoro che non posso neanche chiamare esperienza, perché non ci voleva molto impegno per farlo. Dal punto di vista economico era positivo perché potevo aiutare la mia famiglia.
Con le colleghe il rapporto era positivo, noi giovani subentravamo a quelle più anziane che andavano in pensione. Non ho molti ricordi di questo periodo, ero troppo giovane per ricordare e ho vissuto questo periodo come necessario perché non mi figuravo altre alternative possibili.
Mio papà si chiamava Angelo Cherubini, era nato nel 1911 ed è morto nel 1990. Lavorava nello stabilimento della ditta Corna, al mulino e aveva la silicosi. È andato in pensione da invalido e ha smesso di lavorare qualche anno dopo che ho cominciato io.
Mio fratello Enerio Cherubini è del 1946 sta a Lodrone e ha lavorato per la Corna in miniera. Mentre l’altro fratello Luigi Cherubini che è del 1949 ha lavorato per poco tempo sempre per la stessa ditta, e poi è andato via da qui, da anni vive all’Isola d’Elba.
Intervista effettuata a Darzo nel mese di novembre del 2010.
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