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Francesco Panzeri

Francesco Panzeri

"Ad un certo punto ho preferito mettermi in proprio perchè obbedire non mi è mai piaciuto, ma specialmente obbedire quando non ero d’accordo su come andavano fatte le cose."

Mi chiamo Francesco Panzeri e sono nato nel 1948 a Bagolino in provincia di Brescia e abito a Darzo da parecchi anni.
Ho cominciato a lavorare per la ditta Maffei nel 1968, perchè ci lavorava mio papà e ci aveva lavorato anche mio nonno. Avevo frequentato le scuole Enaip a Storo e facevo la manutenzione dei macchinari.
Nello stabilimento di Darzo ho lavorato poco perché spesso ero a lavorare in quello di Trento e a Sondalo e poi comunque nel 1974 mi sono messo in proprio. Per quanto riguarda il trattamento economico mi trovavo bene come tutti in quegli anni.
Sinceramente la cosa che mi ricordo di più dell’ambiente di lavoro in quegli anni, ripeto che ci sono stato poco, era la grande severità da parte dei capi, e da parte dei colleghi una grande paura di fare qualcosa di sbagliato o che non piacesse ai superiori. Era un atteggiamento che non mi piaceva perché davanti erano tutti bravi e in soggezione, poi appena i capi andavo via tutto riprendeva come prima e spesso ho visto persone in gamba che lavoravano venti ore e prendevano come altre che lavoravano tre ore, però erano furbe o amiche di certe persone e passavano avanti anche se non se lo meritavano.
Il mio rapporto con i superiori e con il proprietario era buono ma abbastanza distaccato: siccome si ricordavano che aveva lavorato lì mio nonno e mio papà ogni tanto mi chiedevano qualcosa, ma niente di più.
Ho preferito mettermi in proprio perchè obbedire non mi è mai piaciuto, ma specialmente obbedire quando non ero d’accordo su come andavano fatte le cose. Diciamo in generale che non mi piaceva l’andamento che c’era negli stabilimenti, c’era diciamo una babilonia, nel senso buono, però la ditta che era un’ottima ditta, cominciava a scricchiolare perché uno dei figli Maffei era fatto alla sua maniera, l’altro non c’era mai e quando è morto il proprietario le cose hanno preso una piega che non mi piaceva.
Quindi l’ambiente di lavoro non mi stimolava e ho deciso di aprire la mia ditta di carpenteria metallica. Non ho mai lavorato per le ditte minerarie. Poi, secondo il mio punto di vista, c’è sempre stato un certo campanilismo tra quelli di Darzo che tendeva a mettere da parte quelli che non erano originari del paese.
Tanto per dire, mio papà mi diceva: “Vai in tutti i paesi, ma non andare a Darzo”. Ad esempio, se vedevi al bar tre persone di Darzo che stavano litigando tra loro, se non eri del paese, era meglio non tentare di mettersi in mezzo perché alla fine loro si mettevano d’accordo contro di te. Quindi, io sono amico di tutti a Darzo ma diciamo che non mi sono mai integrato, adesso le cose sono cambiate, io parlo dei miei tempi, di quando ero giovane.

Mio papà si chiamava Angelo Panzeri ed era nato a Lodrone nel 1923 ed è deceduto nel 1974. Ha lavorato poco, sei o sette anni per la ditta Maffei nello stabilimento.

Mio nonno paterno si chiamava Gerolamo Panzeri ed era nato alla fine del 1800 ma non ricordo l’anno, ad Almeno San Salvatore, un paese in provincia di Bergamo. Durante la Prima Guerra mondiale è venuto qui a combattere e poi una volta congedato è rimasto a lavorare a Lodrone per la Maffei, ma non ricordo quanto tempo perché io l’ho sempre visto in pensione.

Intervista effettuata a Darzo nel emse di gennaio del 2011.

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