"Mi raccontava che c'era il papà di un suo coetaneo che lavorava in miniera gli aveva detto che tutti i lavori erano belli fuorchè scavare sotto terra, proprio lui che lo faceva."
Mi chiamo Fiorenza Mezzi. Sono nata a Tione nel 1962 e sono la figlia di Pietro Mezzi e la nostra famiglia ha il soprannome “Mèc”. Era nato nel 1925 a Storo. Di mio papà so che ha lavorato alla ditta Sigma come teleferista, stava in fondo allo stabilimento mentre Moneghini Salvatore Smaltù e anche Zanetti Giuseppe da Bagolino stavano in cima all'imbocco delle miniere. Non mi ricordo quando ha cominciato.
Andava a lavorare in moto e poi quando ha avuto qualche soldo si è comperato la Fiat 600 e ha sempre fatto giornata, magari lavorando anche il sabato, ma non ha mani fatto i turni.
Lavorava in teleferica da solo, lui doveva scaricare le casse nella tramoggia da dove il materiale veniva portato allo stabilimento per alla cernita e poi al mulino per la macinazione.
Siccome lavorava in ditta noi figli, siamo in tre fratelli, potevamo andare al mare gratis pagati dalla ditta a Calambrone in Toscana. Si iniziava dalla prima fino alla quinta elementare.
Ha fatto il teleferista fino a quando la Mineraria Baritina non ha comperato la Sigma e poi è andato a lavorare nella ditta di meccanica che era stata aperta nell'ex stabilimento della Sigma.
In tutto avrà fatto 35 anni di lavoro, prima alla Sigma e poi alla Mineraria. Infatti nel 1994 ha ricevuto la medaglia per il centenario della ditta Mineraria Baritina.
Mi raccontava che c'era il papà di un suo coetaneo che lavorava in miniera gli aveva detto che tutti i lavori erano belli fuorché scavare sotto terra, proprio lui che lo faceva.
Intervista effettuata a Storo, il 23 ottobre 2014.
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