"Alla Maffei tutto è cambiato dopo il rapimento del dottor Italo nel 1974, perché lui dopo ha mollato e non è stato più sempre presente come prima."
Mi chiamo Costantino Rinaldi, sono nato a Darzo nel 1942. Sono sposato e ho tre figli. Il soprannome della mia famiglia è “Gata”.
Non sono mai stato dipendente delle ditte minerarie. Il mio primo lavoro era il macellaio. Avevo un mio negozio ereditato da mio papà, ma ho dovuto abbandonare perché ho avuto dei problemi alla mano perché andavo nelle celle frigorifere.
Allora ho fatto l’autotrasportatore. Ero dipendente della ditta Beltrami trasporti dal 1968. Poi nel 1975 ho comperato un camion e dal 1978 ho cominciato a fare dei viaggi per la Maffei e trasportavo feldspato da Giustino. Secondo me la ditta se fosse rimasta in mano ai Maffei, ci sarebbe su ancora, perché materiale ce n’era ancora, per conto mio. Dopo tra i villeggianti e così, non è stato più possibile continuare a Giustino: un po’ la polvere un po’ il rumore dei camion perché eravamo anche su sedici o diciasette camion avanti e indietro.
Tutto è cambiato dopo il rapimento del dottor Italo nel 1974, perché lui dopo ha mollato e non è stato più sempre presente come prima. Io poi quando ho cominciato a vedere che le cose non andavano più tanto bene e che c’era un po’ di crisi nel 1991 ho cambiato lavoro. Ho preso un camion a rimorchio e ho cominciato ad andare nelle città a trasportare scarti di segheria con una ditta di Meda. Poi quando ha chiuso questa ditta ho fatto la licenza di commercio e ho fatto il commerciate di scarti di legno fino al 2005.
Negli anni che ho lavorato per la Maffei il lavoro era tanto e anche pericoloso. Si veniva pagati un tanto al quintale, quindi si caricava il più possibile e si era sempre al limite. Ad ogni modo non è mai successo niente e nessuno dei camion che c’erano lassù ha fatto mai un incidente grave.
Intervista effettuata a Darzo nel mese di gennaio del 2011.
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