"Ci mettevano un giorno per fare un viaggio. Era un gran sacrificio. Poi con i primi camion con le ruote piene saranno riusciti a fare al massimo due viaggi al giorno perché non andavano a più 25 km all’ora."
Mi chiamo Costante Beltrami. Sono nato a Darzo nel 1936 sono sposato e ho tre figli.
Mio papà Emanuele Beltrami era nato nel 1904 ed è deceduto nel 1954. Ha cominciato nel 1927 a fare il trasportatore della barite per la ditta Mineraria Baritina assieme a Lino Rinaldi, prima con i carri trainati dai muli, poi con il 1930 sono arrivati i primi camion con le ruote piene, senza cabina con la lampada a carburo. Portavano il materiale da qui al mulino di Vestone che era ad acqua e non costava niente di corrente per far girare le pale di pietra. Una volta macinato insaccavano la barite e la portavano alla stazione di Rezzato. Solo qualche anno dopo hanno costruito a Darzo lo stabilimento e hanno trasferito tutto qua. Ci mettevano un giorno per fare un viaggio. Era un gran sacrificio. Poi con i primi camion con le ruote piene saranno riusciti a fare al massimo due viaggi al giorno perché non andavano a più 25 km all’ora. Le strade erano bianche e piene di buche, poi si caricava e scaricava a mano.
Poi dopo la guerra con i camion più moderni la barite veniva trasportata a Milano, Genova, Torino, un po’ dappertutto, anche per i pozzi di petrolio italiani, quella di scarsa qualità. Veniva polverizzata e la mettevano per impermeabilizzare il fondo dei pozzi. Negli ultimi anni mio papà lavorava soprattutto in officina sui motori, perché era un meccanico molto esperto e io ho lavorato molto con lui dopo la scuola. Infatti a quei tempi i mezzi avevano bisogno di molta manutenzione per funzionare e ci si ingegnava a sistemare i pezzi dei motori dei camion. Sembra un’era molto lontana da adesso.
Intervista effettuta a Darzo nel mese di novembre 2010.
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