"Nel murales lungo la statale, il primo che è stato fatto, è raffigurato anche mio papà, hanno preso spunto da una fotografia che lo ritrae davanti a uno scavo di barite assieme a un operaio."
Mi chiamo Attilio Zanetti e sono nato nel 1929 a Darzo, sono sposato e ho tre figli. Mi chiamavano "Avocac" perchè chiamavano così mio papà che lavorava in banca.
Mio papà si chiamava Giulio Zanetti era nato nel 1882 ed è deceduto nel 1962 che aveva ottanta anni. Lavorava in banca e quando Carlo Maffei, "il Barba", è venuto da Varese per aprire l’attività lo ha aiutato con i finanziamenti ed è entrato in società con lui insieme all’ispettore Beltrami. Era in società con la Maffei dal 1920 anche in una cava a Condino. Poi nel 1941 mio papà è uscito dalla società e la ditta lo ha liquidato, ma poi con la guerra i soldi si sono svalutati e si è ritrovato con niente. Mentre era in società con la Maffei, nel 1937-38 aveva estratto della barite in un’area sotto la cava della Sigma e aveva estratto circo 30.000 quintali che aveva depositato su un prato. Poi aveva sconfinato nella concessione della Sigma e ha dovuto pagare. Questa barite non l’ha data a nessuna della ditte minerarie di Darzo, non so perché, l’ha data invece a Villa Dogna nel Bergamasco. Nel murales lungo la statale, il primo che è stato fatto quello sulla casa del Leone Beltrami, è raffigurato anche mio papà, hanno preso spunto da una fotografia che lo ritrae davanti a uno scavo di barite assieme a un operaio.
Intervista effettuata a Darzo nel gennaio 2011
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